Domande frequenti

La realtà aumentata (AR) è un’aggiunta di contenuti, creati appositamente, sulla realtà esistente. Lo strumento principale con cui si usa sono smartphone e tablet. Si inquadra un oggetto con la camera del dispositivo e su quello che viene inquadrato appaiono contenuti extra con la possibilità di interagire in ogni suo aspetto, un esploso, una descrizione, una rappresentazione meccanica, una sua funzione...

Queste aspettative aumentano il valore percepito e garantisce all'utente finale di apprezzare ogni aspetto che senza la realtà aumentata non avrebbe potuto cogliere.

Questa è in assoluto la domanda più frequente e quella che più ci mette in difficoltà. Intendiamoci, è assolutamente legittimo chiedere dei costi indicativi per un prodotto/servizio nel processo di selezione del fornitore. Ma nel caso di progetti con realtà virtuale, aumentata o video 360 i problemi di fronte a questa domanda sono due:

1) Non siamo oggettivamente in grado di rispondere senza un progetto definito. Le variabili che concorrono a definire il prezzo di un lavoro sono troppe, per poter dare un prezzo indicativo. Qualunque cifra sarebbe una presa in giro ai danni del potenziale cliente, e secondo noi poco professionale.

2) Se il costo è un aspetto così fondamentale per decidere se procedere o no, tanto da porlo davanti a tutto il resto, è molto probabile che il potenziale cliente rimanga tale. Non per altro, ma nella nostra esperienza non c’è mai un’idea precisa dietro questa domanda, e senza di essa, le possibilità di conversione sono pressoché nulle.

N.B. i prezzi hanno molte variazioni a causa dalle complessità delle richieste. Se un’azienda ha intenzione di valorizzare il proprio prodotto inserendolo unicamente in un contesto virtuale è ovvio che avrà un costo differente da chi invece ha intenzione di mostrare tutto il processo produttivo del macchinario.

Questa è una domanda abbastanza frequente, ma alla quale non si può rispondere in modo generico. La scelta di una delle due, o di entrambe in un progetto integrato, dipende essenzialmente dagli scopi per cui vi serve.

Prima di decidere per realtà virtuale o aumentata, dobbiamo quindi avere ben chiaro l’obiettivo del progetto.  DEFINIRE UN INCONTRO - APPUNTAMENTO

Certamente! Trova una selezione nella sezione “portfolio” del sito www.expoperformance.it o le posso inviare un paio di Demo di alcuni progetti recenti.

Inoltre, abbiamo un canale YouTube privato, di cui saremo più che felici di darti qualche link.

Senza visore hanno tuttavia poco del potere immersivo originale.

Ecco, questa è una domanda che temiamo moltissimo. Sottintende che il potenziale cliente è giunto a noi senza avere le idee chiare e senza avere fatto un’adeguata ricerca.

Ma veniamo alla domanda. La versatilità della realtà virtuale è abbastanza ampia. Limitatamente a stimoli audiovisivi, parliamo praticamente di possibilità infinite. Cioè, si può creare qualsiasi scenario immaginabile e non. IL LIMITE È L’IMMAGINAZIONE.

Quello che solitamente è “finito” è il budget del potenziale cliente. Quindi non c’è una vera risposta a questa domanda, ma ci sono altre domande da fare per poter stabilire cosa volete, per cosa vi serve, se vi serve davvero e, infine, se avete il budget necessario a realizzare ciò che vi prefiggete

Questa domanda ci terrorizza un po’ meno della Domanda 5.

È comunque difficile rispondere in modo sintetico e contemporaneamente sufficiente a far comprendere gli usi utili al potenziale cliente ogni volta.

Questo perché anche se i dispositivi su cui la AR si usa (tablet e smartphone, per la maggior parte) hanno degli ovvi limiti, le creazioni che si possono realizzare ne hanno molti meno.

Ancora una volta, dipende tutto da:
• scopo che ci si prefigge (perché voglio la AR)
• messaggio che si vuole veicolare
• budget

Chiariti questi tre punti è tutto molto più semplice.

I video 360 sono meno versatili della VR vera e propria, perché presuppongono riprese in luogo reale. L’ambiente di contorno quindi non può essere manipolato e creato come vogliamo. In particolare – visto che ci è stato chiesto – se volete fare un video 360 di un luogo storico-archeologico e farlo vedere com’era in una determinata epoca, bisogna ricorrere alla modellazione 3D.

Detto questo però, con i video 360 si possono valorizzare aziende, mostre, musei. Un esempio che vi possiamo far vedere è quello della Quadriennale d’Arte 2020 a Roma. Questo dovrebbe stimolarvi ad immaginare cosa potete fare voi con un video 360 interattivo.

Sì, è possibile. Il video apparirà all’interno dell’ambiente virtuale come su uno schermo, di dimensioni variabili a seconda delle esigenze.

Ma la domanda che crediamo ti dovresti fare in seguito è: perché voglio far vedere un video 2D in un’esperienza virtuale?

Se è a complemento di un un virtual tour, in cui ci sono varie informazioni aggiuntive sull’ambiente virtuale che si sta esplorando, tipo infografiche o, appunto, video 2D, il progetto è fattibile e sensato.

Se invece intendi far vedere un video 2D con i visori da realtà virtuale solo per dare un tocco innovativo alla cosa, scusa la brutalità, ma stai buttando i tuoi soldi per una cosa inutile. Ti basta un tablet per quello.

La risposta è sì, è possibile realizzare un virtual tour di qualsiasi luogo. La premessa fondamentale è, se il virtual tour è da fare con un video 360, che il luogo sia raggiungibile dagli operatori con le camere.

Mi spiego meglio. Se siete un’agenzia di viaggi di Milano, e volete promuovere un virtual tour di una delle località che vendete, e questa località è in Sudamerica, è necessario che gli operatori possano recarsi nel luogo e fare le riprese.

Diverso è se il virtual tour deve essere realizzato in 3D. In quel caso si può modellare il tutto da computer, ma i costi sono paradossalmente più alti, nonostante la logistica sia più semplice.

Cosa intendiamo per interazioni? Le interazioni in un’esperienza di realtà virtuale sono la possibilità, tramite intervento attivo di chi ha il visore, di agire su quanto sta vedendo.

Le interazioni possono essere l’apertura di un’infografica, di un video, oppure il vero e proprio utilizzo di oggetti in 3D.

L’attivazione delle interazioni può avvenire tramite sguardo fisso su un punto, comandino con puntatore, o comandi manuali che tracciano e riproducono le mani nell’esperienza.

Importantissimo, anche se sembra banale: non è possibile interagire con un oggetto qualsiasi ripreso in un video 360. Cioè, se faccio un video 360 di una stanza, non posso poi interagire con i soprammobili che vediamo nella stanza.

Le interazioni sono una parte di programmazione che va aggiunta al contenuto video, reale o in 3D. Pertanto va stabilito esattamente ciò che vuoi fare e quali oggetti/contenuti siano “interattivi” da parte di chi vede il video o virtual tour. 

Certamente, è possibile. Ma le località o gli edifici che si vogliono esplorare devono essere stati o ripresi con una camera 360 o ricreati in 3D e messi on-line.

Per esempio, se vuoi vedere il Louvre in VR, la precondizione necessaria è che il Louvre abbia una piattaforma con cui permette la visita virtuale del museo.

Ormai ci sono moltissimi contenuti compatibili con i visori di realtà virtuale, che sono già reperibili online. Ma non è detto che il particolare luogo che vorresti visitare sia disponibile.

Quindi è consigliabile che prima di partire con un progetto di questo tipo, tu faccia una verifica.

In alternativa i contenuti possono essere creati apposta per l’occasione, ma in questo caso si dovrà verificare la possibilità di farlo, valutando logistica, permessi e tempi del progetto.

Domanda difficile. Data la versatilità delle tecnologie immersive, esse possono risultare adatte a moltissimi settori, ci spingiamo a dire praticamente a tutto.

Il discrimine su come usarle passa sempre dall’obiettivo che ti prefiggi per un progetto VR/AR. Questa è la prima cosa che dovresti risolvere.

Oltre a questo, chi si occupa di VR/AR chiaramente non può essere esperto in tutto, pertanto la sua creatività può risultare limitata dalla mancanza di conoscenza del tuo settore specifico.

Per molti settori poi, le esperienze non sono scalabili, quindi le proposte già pronte, a meno che non si tratti di formazione in certi ambiti o riunioni virtuali, sono difficili da trovare.

È molto più probabile che si debba procedere alla creazione di un’esperienza personalizzata.

Certamente, solo le interazioni in realtà aumentata tramite dispositivo mobile (smartphone o tablet) sono abbastanza limitate rispetto a quelle per realtà virtuale per esempio.

Si può ingrandire, ruotare, girare, muovere da un punto all’altro, e non molto di più.

Certamente. Tramite un apposito programma di regia, è possibile non solo supervisionare a distanza da tablet o computer, ma anche “influenzare” l’esperienza di chi ha il visore. La qual cosa, come potrai immaginare, risulta estremamente utile per esperienze formative.

Sì, è possibile, come per la domanda precedente (14), tramite un programma di regia apposito, si può far partire in contemporanea su più visori lo stesso video 360 o virtual tour.

È importante precisare però che questo ha senso per video virtuali che non abbiano interazioni, ma seguano una regia predefinita. Nel caso di interazioni, infatti, ogni persona ha i suoi tempi, per cui la simultaneità perderebbe di significato.

Qui si entra un po’ nel tecnico, e in tutta onestà non è necessario.

Ci sono i due leader di mercato, Oculus e HTC, che naturalmente producono visori di ottima qualità e con prestazioni eccezionali.

Ma stanno venendo fuori anche visori di altri produttori cinesi, che in Asia quanto meno sono ben accolti dal pubblico.

Solitamente però, per le esperienze business “ordinarie”, non serve essere molto selettivi sul visore, quindi non ci perdete troppo tempo.

Dipende. Tecnicamente è possibile caricare un video o un’esperienza interattiva direttamente sui visori, ma ci deve essere spazio sufficiente. Se il video o l’esperienza sono troppo grandi di dimensioni – e succede se ci sono interazioni – ricorrere ad una connessione internet sarà indispensabile.

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